Una straordinaria area marina protetta
Il Santuario Pelagos dei Mammiferi Marini del Mediterraneo è un'area marina protetta che si estende per circa 88.000 Km2 nel Mediterraneo nord occidentale, fra Italia, Francia meridionale e Sardegna e copre le acque marittime interne (15%) e territoriali (32%) di Francia, Monaco e Italia e quelle pelagiche adiacenti (53%).
L’istituzione del Santuario Pelagos venne proposta nel 1991 dall’Istituto Tethys, sulla base delle indagini scientifiche condotte nei mari italiani alla fine degli anni ‘80, che indicavano una massiccia presenza di cetacei in questa zona. Tale presenza era però minacciata da numerosi rischi, tanto da rendere urgente la necessità di proteggere l'area e i suoi abitanti. In quello stesso anno venne quindi presentato a Monaco al Principe Ranieri il progetto di istituzione di un’area marina protetta internazionale, in collaborazione con la Fondazione Europea Rotary per l’Ambiente. L’appoggio del Principato si estese successivamente a Italia e Francia, e dopo una lunga serie di vicissitudini i tre Paesi firmarono un accordo a Roma nel novembre del 1999.
Rispetto al resto del Mediterraneo le acque del Santuario sono caratterizzate da un elevato livello di produttività primaria, dovuta alla reciproca azione di complessi fattori oceanografici, climatici e geomorfologici, L’intensa attività biologica che si crea garantisce anche la presenza piccoli crostacei che costituiscono il cosiddetto "krill mediterraneo", che attira diversi predatori, fra cui i cetacei.
Le diverse specie di cetacei che vengono regolarmente avvistate nel Santuario trovano nelle sue acque le condizioni necessarie sia all'approvigionamento del cibo, sia alla riproduzione, e sono le balenottere comuni Balaenoptera physalus, i capodogli Physeter macrocephalus, gli zifii Ziphius cavirostris, i globicefali Globicephala melas, i grampi Grampus griseus, i tursiopi Tursiops truncatus, le stenelle striate Stenella coeruleoalba e i rari delfini comuni Delphinus delphis.
Le intense attività umane rappresentano quindi potenziali rischi per le popolazioni di cetacei del Santuario, come il degrado dell'habitat, la diminuzione o la scomparsa delle popolazioni, causate dall'intenso sviluppo urbano, turistico, industriale e agricolo, associato all'immissione in mare di sostanze inquinanti in prossimità di grossi agglomerati urbani e delle zone in cui i fiumi sfociano in mare. Va aggiunto il disturbo causato dall'intenso traffico marittimo, particolarmente elevato in estate.
Un altro rischio che incombe sull'incolumità dei cetacei del Santuario è rappresentato dalle collisioni con le imbarcazioni, rischio in crescita soprattutto negli ultimi anni con l'aumento dei traghetti veloci. Va infine considerato il tasso di mortalità causato dalle catture accidentali dei cetacei nelle reti pelagiche derivanti, che continuano ad essere usate in alcune aree nonostante ne sia stato proibito l'uso, e le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle popolazioni dei cetacei.
Il ruolo del Santuario è cruciale per la tutela dei cetacei del Mediterraneo e con la sua iscrizione nella lista delle ASPIM (Aree Specialmente Protette d’Importanza Mediterranea), Pelagos ha acquisito valore legale anche nei confronti degli altri Paesi mediterranei, che sono parte della Convenzione di Barcellona per la tutela del Mediterraneo.